Storia

LA STORIA DEL SANTUARIO

Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie in Curtatone, presso Mantova, è di antichissima fondazione. È attestato nei documenti già intorno all’anno Mille come Santa Maria di Reverso, ma quasi nulla si conosce sulla sua più antica realizzazione. Tradizione vuole che sulla riva delle valli del Mincio sorgesse una santella contenente un’immagine sacra cui non solo pescatori e contadini, ma anche molti pellegrini fossero devoti per le guarigioni che vi avvenivano. Per questo la santella venne demolita per far luogo ad un più ampio luogo di culto.

L’interno del Santuario è in stile gotico, a navata singola. Le volte, decorate con girali floreali, vedono pendere preziosi lampadari in vetro di Murano e un coccodrillo impagliato. Le pareti sono coperte da un impalcato ligneo contenente una sessantina di statue polimateriche raffiguranti visitatori illustri e miracolati dalla Vergine, e ricoperto da finissimi ex voto in cera. Si tratta dell’unico esempio sopravvivente al mondo di questa antica usanza, nota, per esempio, anche all’Annunziata di Firenze o a Viterbo, dove, però, nulla rimane di queste sculture. Tra le cappelle è certamente da ricordare quella della famiglia Castiglioni, la prima entrando sul lato di destra, nella quale è sepolto il celeberrimo umanista Baldassarre Castiglioni. Lo spazio si deve, peraltro, al genio di Giulio Romano. Proprio accanto all’ingresso è anche un supporto contenente una porzione dell’asfalto del piazzale, con la “firma” di papa Giovanni Paolo II, apposta a gessetto a complemento del Giudizio Universale realizzato dai madonnari in occasione della sua visita, il 23 giugno 1991. Nell’abside, nel tempietto marmoreo voluto da Maria Gonzaga, è la tavola della Mater Gratiae, risalente alla fine del Trecento, preziosa per la storia dell’arte ma ancor più per la devozione popolare.

L’attuale aspetto del tempio risale alla fine del Trecento, quando il capitano del popolo Francesco I Gonzaga fece voto di rifare l’antico Santuario nelle linee moderne, invocando la Vergine per la cessazione di una pestilenza che affliggeva Mantova e il suo territorio.

Così avvenne e il Santuario venne riedificato nelle solide linee gotiche lombarde che tuttora si ammirano. Il cantiere si aprì nel 1399 e la chiesa venne consacrata nel 1406. Il complesso religioso, che era completato da un ampio convento, fu affidato ai frati francescani, che lo condussero fino alla soppressione voluta al tempo di Napoleone. Nel corso dei secoli furono numerosissimi i visitatori illustri: Pontefici, Imperatori, nobili (basti ricordare i nomi di Pio II e di Carlo V, le cui statue appaiono all’interno del tempio). Ma anche pellegrini provenienti da ogni dove, che portavano con loro doni ed ex voto. Lo stesso santuario è un ex voto ed è unico al mondo per la presenza di elementi inconsueti, quali le statue polimateriche ai lati della navata o il coccodrillo impagliato appeso alle volte.

Tra Quattro e Cinquecento furono aggiunte, inoltre, le cappelle laterali, alcune di gran pregio, per volontà di numerose famiglie nobili.

Nel 1521 va rammentata la realizzazione del grande portico che correva attorno l’enorme piazzale. Questo per accogliere i mercanti che, per la festa dell’Assunta, popolavano lo spazio antistante al Santuario in occasione dell’antichissima fiera, che nel 1425 venne spostata a Grazie da Porto Mantovano. Con Napoleone metà del piazzale venne alienato ed ora è occupato da edifici abitativi incoerenti con lo spazio, mentre del portico sopravvivono solo l’asta corrispondente alla facciata della chiesa e alcune arcate inglobate nelle case lungo il lato orientale della piazza.

Con la soppressione napoleonica anche l’enorme convento, comprendente quattro chiostri e numerosi ambienti, decorati in maniera prestigiosa, venne demolito, con la sopravvivenza di poche strutture lasciate a servizio della chiesa. Dopo questo scempio, quanto rimaneva del complesso venne restaurato e affidato ai francescani, poi ai passionisti e, dalla prima metà del Novecento, alla diocesi di Mantova.

LA VITA AL SANTUARIO

La vita del Santuario della Beata Vergine delle Grazie è scandita dai tocchi delle campane, e dall’orologio posto in facciata che ritma i momenti del giorno e della liturgia.

Il Santuario è pronto ad accogliervi di buon mattino: alle 7.30 le grandi porte di legno si aprono ai fedeli, per poi chiudersi alle 12.00, mentre nel pomeriggio il tempio è aperto dalle 15.00 alle 18.30. Nelle ore libere dalle celebrazioni, ospita fedeli e pellegrini che si radunano in gruppo o singolarmente all’interno della chiesa per dedicare una preghiera, un ringraziamento, una riflessione o una promessa alla Madonna.

Il Santuario è particolarmente vivo nei momenti liturgici più importanti: l’Avvento, il Natale, la Pasqua e le feste mariane. Particolarmente ricco è il mese di maggio, mentre il 15 di agosto si celebra la festa dell’Assunta, titolare del tempio, proprio mentre ha luogo l’Antichissima Fiera. In quei giorni il borgo vede arrivare oltre centomila visitatori: pellegrini in ogni ora del giorno e della notte, frequentatori della fiera e appassionati del lavoro dei madonnari. Sul piazzale, che è il sagrato del Santuario, tra il 14 ed il 15 agosto, infatti, lavorano senza sosta per 24 ore fino a duecento madonnari provenienti da tutto il mondo, che con le loro coloratissime opere rendono l’asfalto un tappeto coloratissimo sul quale si cantano inni alla Vergine, a Dio e ai Santi, con uno spettacolo unico al mondo.

Proprio nel piccolo prato antistante il tempio, sul lato di destra, si eleva il monumento con il busto di Papa Giovanni Paolo II, ultimo pontefice, in ordine di tempo, a visitare il Santuario in occasione della Visita Apostolica in terra mantovana tenuta il 22 e il 23 giugno 1991 in occasione dei 400 anni dalla morte di San Luigi Gonzaga.

Per eventuali richieste o per informazioni, è possibile contattare il Rettore, don Giovanni Lucchi.

Per ulteriori approfondimenti clicca qui: Bibliografia e approfondimenti del santuario

Santuario delle Grazie
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